Il costo umano della globalizzazione: la storia di Xu Lizhi e dei lavoratori della Foxconn

Fabio Mascagna
6 min readDec 21, 2022
Xu Lizhi — Image generated by DALL-E

Xu Lizhi era un giovane operaio cinese della Foxconn, un enorme produttore di elettronica con sede nella città meridionale di Shenzhen. Lavorava a lungo per assemblare smartphone e altri dispositivi elettronici, spesso per meno di 300 dollari al mese. Nonostante le condizioni estenuanti e la bassa retribuzione, Xu era determinato a trarre il massimo dalla sua vita. Era un avido lettore e un poeta di talento e usava la scrittura per esprimere le sue speranze, i suoi sogni e le sue lotte.

Nel 2013, all’età di 24 anni, Xu si è suicidato gettandosi dal tetto del dormitorio della fabbrica Foxconn. La sua morte è stata solo uno di una serie di suicidi che hanno afflitto l’azienda negli ultimi anni, con più di una dozzina di lavoratori che si sono tolti la vita tra il 2010 e il 2013.

La storia di Xu Lizhi è una storia tragica e potente, che ci ricorda i costi umani della globalizzazione e dell’espansione economica senza limiti. Xu era un operaio cinese che lavorava in una fabbrica di Foxconn, il gigante della produzione di elettronica che fornisce componenti per le aziende come Apple, Dell e Hewlett Packard. Nel 2014, a soli 24 anni, Xu si è tolto la vita, lasciando una serie di poesie struggenti e laceranti che raccontano la sua vita difficile e l’impossibilità di trovare speranza e significato in un mondo che spesso sembra non avere posto per le persone come lui.

Xu è nato in una piccola città nella provincia del Fujian, in Cina, e come molti giovani della sua generazione, ha sognato di trovare lavoro in una delle grandi fabbriche del Paese. La fabbricazione è stata il motore della crescita economica cinese negli ultimi decenni, e per molti giovani come Xu, rappresentava l’opportunità di guadagnare denaro e migliorare le proprie condizioni di vita. Nel 2010, Xu è stato assunto da Foxconn, e ha trascorso gli ultimi anni della sua vita lavorando per la società, sperando di costruirsi un futuro migliore.

Ma come molte persone che lavorano in queste fabbriche, Xu ha scoperto presto che la realtà era molto diversa dai suoi sogni. Le condizioni di lavoro erano dure e difficili, con orari estenuanti e pochi momenti di riposo. Le normative sulla sicurezza erano spesso trascurate, e gli incidenti erano comuni. Ma per Xu, il peggio era l’isolamento e la solitudine. Come molti altri operai, viveva in un dormitorio aziendale, lontano dalla sua famiglia e dai suoi amici, e aveva pochi modi per ricollegarsi con la vita al di fuori della fabbrica. In una poesia intitolata “Ogni volta che torno a casa”, Xu scrive:

“Ogni volta che torno a casa mi sento come se non appartenessi a questo posto come se non avessi un posto in questo mondo”.

Le poesie di Xu sono piene di questo senso di disperazione e di solitudine, e ci ricordano il costo umano della crescita economica senza limiti. Ma ci ricordano anche l’importanza della dignità e del rispetto per il lavoro e per le persone che lo svolgono.

In una poesia intitolata “Foxconn”, Xu descrive la sua vita alla fabbrica in termini angoscianti:

“Ogni giorno è come una battaglia una battaglia per sopravvivere una battaglia per la speranza una battaglia per la dignità una battaglia per la vita”.

Le parole di Xu ci ricordano il prezzo che molti lavoratori devono pagare per la nostra dipendenza dai dispositivi elettronici di ultima generazione. E ci ricordano anche che dietro ogni prodotto c’è una persona, con speranze, sogni e preoccupazioni, che merita rispetto e dignità.

Ma Xu non era solo una vittima. Era anche un attivista e un sognatore, che cercava di trovare modi per cambiare le cose e costruire un mondo migliore. Nelle sue poesie, parla della sua speranza di vedere un giorno un mondo dove le persone non siano costrette a lavorare in condizioni così dure, e dove possano trovare un significato e una speranza nella vita. In una poesia intitolata “Speranza”, scrive:

“Spero un giorno di vedere un mondo dove le persone non siano costrette a lavorare così duramente dove ci sia un po’ di felicità dove ci sia un po’ di speranza dove ci sia un po’ di umanità”.

Le parole di Xu ci ricordano che, nonostante le difficoltà, c’è sempre speranza di cambiamento e di progresso. E ci ricordano che dobbiamo lottare per costruire un mondo in cui le persone siano trattate con dignità e rispetto, indipendentemente dal lavoro che svolgono.

La storia di Xu Lizhi è una storia tragica e potente, che ci ricorda i costi umani della globalizzazione e dell’espansione economica senza limiti. Ma è anche una storia di speranza e di lotta, che ci ricorda che, nonostante le difficoltà, possiamo sempre cercare di cambiare le cose e costruire un mondo migliore.

La storia di Xu Lizhi e dei suicidi alla Foxconn è un tragico promemoria della dura realtà affrontata da molti lavoratori delle fabbriche cinesi. In un Paese in cui le leggi sul lavoro sono spesso ignorate e i lavoratori hanno pochi diritti, non è raro che i dipendenti siano sottoposti a orari di lavoro estenuanti, paghe basse e condizioni pericolose. La Foxconn, in particolare, è stata criticata per il trattamento riservato ai lavoratori, con segnalazioni di orari prolungati, salari bassi e una cultura di paura e intimidazione.

Nonostante gli sforzi dell’azienda per migliorare le condizioni e prevenire i suicidi, il problema persiste. Nel 2016, l’azienda è stata accusata di aver costretto i dipendenti a firmare un impegno a non suicidarsi, invece di affrontare le cause del problema alla radice.

È chiaro che la Foxconn e altre aziende simili hanno la responsabilità di garantire la sicurezza e il benessere dei propri lavoratori. L’alto tasso di suicidi tra i lavoratori delle fabbriche cinesi è un’indicazione preoccupante del fatto che c’è qualcosa di profondamente sbagliato nel modo in cui queste aziende trattano i loro dipendenti. È tempo che le aziende diano priorità al benessere dei loro lavoratori e creino un ambiente di lavoro più sicuro e umano.

In definitiva, la storia di Xu Lizhi e dei suicidi alla Foxconn ci ricorda il costo umano della nostra domanda di elettronica a basso costo. È un invito all’azione perché le aziende facciano meglio e perché i consumatori pretendano di più dalle aziende da cui acquistiamo. Dobbiamo tutti assumerci la responsabilità dell’impatto che le nostre azioni hanno sugli altri e lavorare per creare un mondo più giusto ed equo.

Questo avvenimento ha suscitato preoccupazione e sdegno in tutto il mondo, e ha portato a una maggiore attenzione sulla situazione dei lavoratori nelle fabbriche cinesi. Ma purtroppo, non è stata l’unica. Nel 2010, una serie di suicidi di lavoratori di Foxconn ha portato alla luce le condizioni difficili e spesso inumane in cui molti di loro vivono e lavorano. E anche se la società ha fatto alcuni tentativi di migliorare le cose, le critiche continuano a riguardare il suo trattamento dei lavoratori e le condizioni di lavoro.

Ma la storia di Xu Lizhi ci ricorda che questi problemi non sono solo limitati a Foxconn o alla Cina. La globalizzazione e la dipendenza dalla produzione a basso costo hanno portato a condizioni di lavoro difficili e spesso inumane in tutto il mondo, e ci ricordano la necessità di una maggiore responsabilità e trasparenza da parte delle aziende e dei governi.

Come consumatori, abbiamo il potere di fare la differenza scegliendo di acquistare prodotti da aziende che trattano i loro lavoratori con rispetto e dignità. E come cittadini, possiamo fare pressione sui nostri governi e sull’industria perché agiscano in modo responsabile e proteggano i diritti dei lavoratori.

La storia di Xu Lizhi ci ricorda che questa è una responsabilità che non possiamo ignorare.

--

--

Fabio Mascagna

Journalist, Digital Marketing & Communication Consultant